Notizie biografiche
Monica Rogledi, scultrice e attrice nasce a Genova.
Si diploma al liceo Artistico e al Teatro della Tosse di Genova. Dal 2012 vive a Roma.
La passione per la scultura, si manifesta molto presto. Fra le attività pomeridiane della scuola elementare Monica sceglie “ceramica”. Da bambina amava creare damine in terracotta dai lunghi abiti colorati che teneva in piedi posizionando sotto la gonna una bottiglietta di succo di frutta. I capelli, sempre lunghi e sempre biondi, li realizzava con lo schiaccia patate della madre.
La prima “Damina”, dalla quale nasceranno “Le Signore dal capezzolo d’oro” risale all’età di 8 anni.
Nel 2004 conosce nella città di Mantova il Maestro Andrea Jori col quale “studia a bottega” e che rimarrà negli anni la figura fondamentale della sua formazione professionale. Sperimenta con la terracotta diversi soggetti: figure astratte, volti, fiori, poi, casualmente, realizza una figura femminile. Quest’ultima forma cattura la sua creatività più di tutte le altre, ed inizia a lavorare su soggetti femminili. Solo in un secondo momento, come uno scherzo giocato dall’inconscio, si rende conto di aver ripreso inconsapevolmente quelle infantili damine dimenticate da più di vent’anni. Le rielabora, le trasforma, le arricchisce delle sue esperienze di vita. Le opere nascono tutte da sentimenti vissuti o da proiezioni future.
Monica Rogledi, nel 2005, crea “Le Signore dal capezzolo d’oro”. Sono Signore in terracotta dalle forme estremamente generose, spesso nude. Se vestite indossano colori sgargianti. Sono sfacciate e provocanti. Raramente accompagnate dalla figura maschile.
Le sculture in terracotta hanno sempre un capezzolo in foglia d’oro 22 carati, che ne diventa la firma, il marchio personale dell’artista.
Due sono i temi dominanti nelle opere di Monica Rogledi: la sessualità e la ricerca della libertà.
Le sculture “L’Eccentrica” e “La scandalosa azzurra” sono pubblicate su “Il catalogo degli scultori italiani 2009-2010” editoriale Giorgio Mondadori.
Biography
Monica Rogledi, sculptress, actress was born in Genoa (Italy), where she took her degree at the Artistic high school. From 2012 she lives in Rome.
Her passion for art, particularly for sculpture, emerged at an early age.
When Monica was a child she loved to create with her hands little terracotta damsels with long coloured dresses, that could stand thanks to a glass fruit juice bottle she put under their skirts. (“La Damina” at the age of 8).
She studied sculpture at the art laboratory of the Master Andrea Jori in the city of Mantua (2004).
She experimented with different subjects in terracotta: abstract figures, faces, she loved to create various flowers and then by chance she made a female figure. This last shape captured her creativity more then anything else and she began to work on female subjects. She realised that quite unintentionally , like a subconscious joke, she had resumed working with those infantile damsels forgotten more than 20 years ago.
Reworking them, transforming them and enriching them with her own life experiences.
Monica Rogledi creates “The Ladies with the golden nipple”: Ladies in terracotta, with lavish figures, sometimes naked, sometimes dressed, sometimes shameless and provocative. Ladies coloured or treated in a particular way to seem to be made of wood or bronze. Every Lady has a nipple covered by a 22 carats golden leaf. The golden nipple is the personal mark of the artist.
Two are “the themes” of the artist: sexuality and search for freedom.
FORME IMMAGINI PAROLE
Recensione del drammaturgo e saggista Gianni Poli di Genova per la personale di Bogliasco – Settembre 2010.
SULLA SOGLIA
Quando incontri, la prima volta, le Figure – personaggi? donne-personaggio? plastici sogni incarnati? – di Monica Rogledi, presenti una vertigine; vertigine che cresce quando cerchi senso e movente di queste forme. Mobili e metamorfiche, per quanto concretamente piazzate, decisamente erette e languidamente riverse, abbandonate e accosciate, o rotanti, beffarde e scherzose. Sempre ti guardano, sempre le guardi e le interroghi, mentre da esse sei scrutato.
Dev’esserci – c’è – un’ombra densa che illumina d’un tratto questi Oggetti: anche le parole che vi accosto diventano immagini; i pensieri si decantano in colori. Dev’esserci – c’è – nel profondo dell’Artista il va e vieni come d’un respiro nascente da un pulsare alternativo, un cuore virtuale. Quegli sviluppi di tensioni (e paure?) smaltate o buie; quelle surriscaldate accensioni, alleviate all’improvviso da un soffio fresco e chiaro, è come ritrovassero il sorriso dopo una traversata nel fortunale, sosta dopo risacca furiosa.
In questa offerta di pieni e vuoti – presenza assenza, necessità e desiderio innegati, ma come irrisi da costante autoironia – la cavità è accoglienza e seduzione, fors’anche disarmata confessione di fragilità e mancanza. Atteggiamenti, posture e loro titoli denunciano provocatoria sfida, ludico inseguimento d’una storia personale che potrebbe farsi rischiosa e ben umanamente più complessa, rispetto alla grata apparenza. Il gioco delle apparenze infatti è qui vistoso ed evidente: dietro / dentro quel gioco, la Creatrice un po’ si nasconde, un po’ forse si difende dal doloroso riconoscimento.
Intanto, le metamorfosi maliziose o smaccate delle sue Signore evolvono, per lo spettatore attento. Si tratta d’un Teatro, dunque, di personaggi rigogliosi, protervi o ripiegati, inquietanti. Donne.
Donne, soltanto? O persone umane, che rivendicano identità in solitudine, per un’incompresa, inesplicabile ferita? E quei capezzoli, boccioli chiusi, infine maturi, latenti di semi fino a scoppiare, non riassumono, attorti, spalancati, nel loro simbolo di vita, una meditazione anche scherzosa sulle profondità quotidiane, sulle futilità eterne?
Sono paradossi, che ci vivono accanto, allora, queste eleganti, maleducate Signore, sul cui destino (immaginario) si applica, con precisione ora sarcastica ora simpatica e dolente di partecipazione, la creatività di Monica Rogledi, quando de-forma, scaltra e sincera, la prima percezione della realtà. Infine, chi avrà ragione? La verità delle cose, la verità dell’arte?
Non sono statue. Sono Presenze e ci aspettano al futuro.
Gianni Poli
Recensione della Dottoressa Renata Gerevini Navalesi, giornalista e critico d’arte di Piacenza.
Sotto la capacità interpretativa e necessità di esprimersi e comunicare di Monica Rogledi, nascono “Le Signore dal capezzolo d’oro”, sensuali, provocanti, trasgressive, generose, materne, ma sempre con una lamina d’oro sul capezzolo, simbolo della identità donna.
L’opulenza e la rotondità delle forme, emanano una loro leggerezza e levigatezza delle superfici, resa dall’abilita’ tecnica del colore.
Sono forme del sentire, forme d’accarezzare in quanto il corpo femminile diventa non solo lo strumento per manifestare un’emozione del quotidiano, ma anche motivo di indagine per mettere in luce le mille sfaccettature dell’anima della personalità donna. L’abbondanza delle forme non e’ altro che una accettazione psicologica dell’espressione, l’enfatizzazione di allusività e intenti della narrazione. E’ un errore fermarsi alla superficie delle “Signore” perché nel gioco tra provocazione e innocenza le figure, nel loro silenzio sono testimonianza di ricche valenze esistenziali nella loro chiave simbolica più genuina.
Renata Gerevini Navalesi
Mostre
Roma, Spazio espositivo “Costaguti 22” – Personale –
Roma, SMAC Segni Mutanti Arte Contemporanea – Collettiva –
Genova Nervi, “Spazio Levante” – Personale –
Milano Brera, “ArtOuverture” – Collettiva –
Innsbruck (Austria), “Tiroler Fachberufsschule fur Tourismus”
– Collettiva –
Mantova, “Fabrik Arte” – Personale –
Genova Bogliasco, Sala Comunale “Ferrari” – Personale –
Aulla (MS), I Edizione “Incontro con l’Arte” in Villa Opatija
– Collettiva –
Castell’Arquato (PC), Studio e Laboratorio d’Arte “Transvisionismo”
– Collettiva –
Mantova per “Festival della Letteratura” centro culturale giovani
– Personale –
Genova, “Laboratorio d’Arte Pomillo” – Personale –
“Atelier d’Arte Braceschi” mostra “Inseguire l’arte” – Collettiva –
Cairo Montenotte Savona, “Omaggio ad Aldo Capasso” – Collettiva –
Piacenza, “La Spadarina”, Esposizioni d’Arte – Collettiva –
Premio della giuria. Nel 2008 l’opera “Catene Invisibili” si è classificata seconda nella sezione scultura al Concorso Nazionale “La Spadarina”.
Le Signore dal capezzolo d’oro nascono da questa “Damina”, realizzata all’età di 8 anni circa. Non in vendita.
The Ladies with the golden nipple are born of this “Damina” made at the age of 8. It is not for sale.