Massimo Porcelli è nato nel 1972 ad Asolo (TV) dove è cresciuto e si è formato.
Ha conosciuto l’arte della fotografia nella camera oscura del padre dove ha avuto il primo approccio con la street photography ed ha imparato ad usare gli strumenti necessari a raccontare una storia con le immagini. Ha poi continuato il suo percorso da solo dedicandosi ad una ricerca sul territorio Veneto terminato, nel 2002, con la pubblicazione delle sue immagini in un importante libro edito da Biblos. Dalla fotografia di paesaggio è poi passato, in un primo momento, alla fotografia naturalistica per poi specializzarsi nella fotografia di reportage. Insegna fotografia dal 2008 ed organizza annualmente workshop fotografici in tutta Italia. Diventato professionista nel 2010, da circa 5 anni la sua ricerca è incentrata nello scovare i suoi manifesti strappati, quelle “carte solitarie” appunto che raccontano, con il solo aiuto del tempo e dell’umidità, le mille storie nascoste nei suoi scatti. Le sue opere sono state esposte in importanti gallerie di Asolo, Cortina d’Ampezzo, Venezia, Londra e New York.
“Spesso, a chi vede le mie fotografie per la prima volta, viene in mente l’arte del Dècollage e due grandi maestri come lo sono stati Mimmo Rotella e Jacques Villeglé. Certo, come non dare loro ragione. Forse da ragazzino, devo aver visto qualche loro opera.
A quell’età, di sicuro, non mi avevano colpito più di tanto ma credo si siano comunque impresse profondamente nella mia mente. Deve essere andata certamente così, altrimenti non si spiega come mai, ogni volta che mi trovo davanti ad un manifesto strappato, provo sempre lo stesso brivido e una strana emozione.
Sono nato e cresciuto in mezzo alle fotografie. Sono un fotografo, non un pittore. Fotografo quello che per me è già un dipinto. Disegnato però, non dalla mano di un uomo, ma da un artista che si chiama vento, si chiama pioggia, si chiama tempo. Mi sono imposto di non toccare quello che trovo e di non metterci mano in alcun modo. Non lo voglio toccare perché l’arte è già li, è già pronta. La mia è solo una ricerca, una scoperta. La scoperta di qualcosa che è già perfetto. Basta trovarla. Basta vederla. Basta, appunto, solo fotografarla.
Questo lavoro è nato per caso un giorno a Parigi, nelle gallerie della metro, dove ci sono alcuni spazi con manifesti pubblicitari appesi e locandine di eventi. In alcuni posti, quelli più bui e meno frequentati, ce ne sono alcuni che sono li da tempo. Sono vecchi, rovinati e bagnati dall’umidità. Sono rotti e strappati, sono logori e scollati.
Ma sono belli, sono pieni di mistero e intriganti.
È così che nasce un lavoro fotografico che mi affascina e mi emoziona da quasi cinque anni.
E’ iniziata una ricerca senza meta fatta tra le vie di Parigi, tra le calli silenziose di Venezia e tra le strade di tante città d’Italia e del mondo.
“Solitaire papier” è un mio personale viaggio tra carte dimenticate e lasciate sole da sguardi ormai troppo distratti. La gente corre, ha fretta e non le guarda più. Sono vecchie e ormai non meritano più attenzione.
“Solitaire papier” è un invito a fermarsi, a rallentare, a trovare il tempo per accorgersi di cose apparentemente meno belle che possono avere nuovamente un loro fascino e ancora tanto, molto da raccontare.”
“Often, for those who see my photographs for the first time, the art of Dècollage and the two
great masters like Mimmo Rotella and Jacques Villeglé come immediately to mind.
Of course, how can you not agree with them.
Maybe as a child, I saw some of their work.
At that age, for sure, they did not strike as being that much but I do believe that they were
deeply impressed in my mind. It must certainly have gone like this, otherwise I can’t explained
why, every time I find myself in front of a torn poster, I always feel the same thrill and a
strange emotion.
I was born and raised in the midst of photographs.
I’m a photographer, not a painter.
I photograph what is for me already a painting.
Designed, however, not by the hand of a man, but by an artist called wind,
rain, time.
I force myself not to touch what I find and not to interfere in any way.
I don’t want to touch anything because art is already present, it’s already there.
Mine is just a search, a discovery.
The discovery of something that is already perfect.
Just find it.
Just see it.
Just waiting to be photographed.
This work came about by chance one day in Paris, in the metro galleries, where there were
some spaces with advertisements and event posters hanging on the walls.
In some places, the darkest and least frequented ones, there were some that have been there
for some time.
They were old, ruined and wet with moisture.
They are broken and torn, they are worn and dangling.
But they were beautiful, they were full of mystery and intrigue.
That is how my work as a photographer all started that fascinates and excites me for almost
five years.
A search without a clear destination began in the streets of Paris, took me to the silent streets
of Venice and to the streets of many cities in Italy and the world.
“Solitaire papier” is my personal journey through forgotten cards, reduced to distracted and
fleeting glances.
People run, always in a hurry and no longer look at them.
They are old and no longer deserve attention.
“Solitaire papier” is an invitation to stop, to slow down, to find the time to notice apparently
less beautiful things, to see their renewed charm,
they still have so much more tell.”
2017 – Vedelago, Villa Emo, personal exhibition “Solitaire papier”
2017 – Bassano del Grappa, Biennale di Fotografia ‘17
2018 – Venice, Campo del Ghetto Nuovo, ArteSpazioTempo Gallery, personal exhibition
“Storie Svelate”
2018 – Asolo, Browning Gallery, personal exhibition
2018 – Cortina d’Ampezzo, Cristallo Hotel, personal exhibition
2018 – New York, Saphira & Ventura Gallery, “Art & Freedom”
2019 – Cortina d’Ampezzo, Sovilla Library, personal exhibition
2019 – Tramezzina, Como Lake, Villa Mainona, “Amore e Psiche”
2019 – Venice, Palazzo Merati, 58° Biennale d’Arte circuit, Symphonie de Couleurs”
2020 – Roma, Spazio Cima Gallery
2020 – London, Fitzrovia Gallery
2020 – Venice, S. Eufemia Art Gallery, “Spazialità Silenziose”